Noam Chomsky: “Siamo il 99%”
“Siamo il 99%” é il libro di Noam Chomsky edito da Nottetempo che ci racconta il suo movimento Occupy contro il capitalismo finanziario.
Noam Chomsky, nasce a Philadelphia il 7 Dicembre 1928. E’ un saggista, filosofo, linguista. Ha da sempre dedicato il suo tempo a capire e a studiare come funzionasse il “potere”. Sostiene che cittadini e attivisti debbano muoversi per costruire il futuro e farlo loro. Sulla base di questi suoi principi, ha fondato il movimento Occupy, movimento di contestazione e disobbedienza civile nato negli Stati Uniti nel 2011. Il movimento nasce come forma di conflitto contro il capitalismo finanziario che ha portato l’economia mondiale a cadere nel baratro della crisi economica.
“Concentrazione di una ricchezza stratosferica in pochissime mani pone all’umanità un problema trasversale”
Il libro “Siamo il 99%” scritto da lui, edito Nottetempo, riporta nel titolo uno degli slogan che caratterizza il movimento da lui stesso fondato e ne rappresenta l’intenzione essenziale. Nel libro sono raccolti gli interventi di Noam Chomsky e i dibattiti del movimento che si sono tenuti in giro attraverso cui sperava di raccogliere dal basso possibili risposte e rimedi da esporre all’attenzione pubblica.
Alcune delle sue idee probabilmente risolutive per il sistema le sintetizza in: riformare il sistema sanitario, riformulare la politica fiscale, ripensare il sistema elettorale ed esercitare un controllo sulle istituzioni finanziarie. Illustra come lo scarto tra il novantanove e l’un percento non sembra in nessun modo prossimo a ridursi e la degenerazione del capitalismo occidentale sembra essere in fase piuttosto avanzata.
“Occupy”, dice Noam Chomsky, “è la prima reazione pubblica di rilievo a trent’anni di lotta di classe”, un movimento popolare che, dai suoi esordi a New York il 17 settembre 2011, si è rapidamente propagato in migliaia di città in tutto il mondo. Benché gran parte degli accampamenti sia stata successivamente sgomberata dalla polizia, a partire dall’inizio del 2012 il movimento ha ormai messo le sue radici nella coscienza nazionale.
Qui si può aggiungere una riflessione: quell’1% si arricchisce sempre più proprio grazie a quel 99% che lo alimenta. Pensiamo alle multinazionali, chi sta in alto porta ogni suo obiettivo nell’influenzare le masse verso un consumismo sfrenato che conduce l’economia a concentrare la ricchezza sempre nelle mani e nel controllo dei soliti che conducono stando in cima alla piramide.
Questo fenomeno sarà sempre in crescita e diventerà sempre più invadente se la curva non viene invertita
Pensiamo anche alla crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti: N.Chomsky nel libro ne parla e ci conferma che i risparmi di una parte importante della classe media erano stati azzerati, tra cui molti afroamericani, gettando olio sul fuoco mai sopito delle tensioni razziali. La corsa a offrire mutui senza garanzie e a ogni costo aveva provocato ripercussioni non risolvibili.
Un’intera generazione si trovava compressa dal debito studentesco senza poter sperare nel mercato del lavoro con nessuna prospettiva. I problemi economici sono strettamente legati anche a un contesto politico che gli fa da sfondo. Noam Chomsky sostiene che la tenacia e la crescita di Occupy portano a galla un’enorme verità: tante persone non credono piú che il sistema ascolti. La recessione economica è legata a una recessione politica in termini di democrazia.
“La concentrazione della ricchezza implica la concentrazione del potere politico. A sua volta, la concentrazione del potere politico genera una legislazione che aumenta e accelera questo processo. Tale legislazione, essenzialmente bipartisan, produce nuove politiche fiscali, modifica la tassazione e anche i criteri del governo d’impresa, spingendo verso la deregolamentazione.”
Secondo il principio di Chomsky però tutto questo va osteggiato e si può combattere solo partendo dal basso: i cittadini devono credere sempre più nel loro potere, muoversi in direzione unita e compatta e prendere decisioni che li conducano a essere un’entità distinguibile e forte. Solo così si può sperare in un cambiamento da portare avanti con convinzione.
“Molte sono le proposte che potete fare, tutte implicano però la stessa precondizione: ci devono essere dei cittadini organizzati e appassionati che siano disposti a portarle avanti”
Il libro ci illustra una visione illuminata che caratterizza Noam Chomsky e che offre anche a tutti la possibilità di riflettere su come noi stessi possiamo muoverci per fare la differenza e cambiare anche un minimo questa tendenza a farci sottomettere piuttosto che agire. “Perché possa esserci una rivoluzione – una rivoluzione significativa – c’è bisogno che una rilevante maggioranza della popolazione riconosca o ritenga che ulteriori riforme non possano avvenire all’interno dell’attuale assetto istituzionale. Non è affatto la situazione in cui ci troviamo oggi.”
Possiamo quasi riassumere il pensiero di Chomsky con un’unica affermazione: piú attivo è l’appoggio dell’opinione pubblica, maggiore è la capacità di difendersi dalla repressione e dalla violenza. Cominciamo insieme.
©RIPRODUZIONE RISERVATA